La Regione metterà ordine nelle Associazioni



L’Assessore regionale ai flussi migratori, il bellunese Oscar De Bona ha preso giustamente il caso di petto: ogni volta che andrà all’estero per partecipare alle riunioni con i nostri emigrati e oriundi, farà una verifica sulla varie Associazioni o Circoli che sono in vita (alcune delle quali sostenute a vario modo) soltanto per controllare il voto degli italiani all’estero. “Voglio vederci chiaro su chi ci rappresenta e mettere ordine là dove da tempo poco si conosce ufficialmente - ha detto De Bona - visto che i veneti e loro discendenti sono 3,2 milioni e siamo la regione d’Italia con il maggior numero di emigrati e oriundi. Le concentrazioni maggiori di nostri emigranti sono in Svizzera e in Brasile. Risulta comunque alla Regione che la realtà associativa dei Veneti nel Mondo è presente in 30 Paesi dei vari continenti e solo in 20 Stati operano vere Comunità organizzate, anche di soli cento iscritti”.

Una verifica che non nasce a caso e che è necessaria?

“Torno a dire che sono a conoscenza che ci sono circoli o associazioni che esistono solo sulla carta, non svolgono attività per le nostre comunità e quel che è peggio è che coloro che dicono di essere impegnati in queste strutture-fantasma si prodigano per altri fini: cioè, sono attivi soltanto quando ci sono le chiamate elettorali. Ritengo che questi gruppi vadano sciolti perché costituiti da vecchi partiti. Non c’è nulla di penalmente rilevante ma occorre fare chiarezza prima di tutto sulla destinazione dei fondi e sui progetti che ogni associazione presenta alla Regione, considerato che ogni anno stanziamo 2,4 milioni per aiutare le situazioni di disagio, formare e insegnare un lavoro ai giovani, organizzare eventi culturali e favorire i rientri. La somma è stata stanziata anche per quest’anno, nonostante la difficoltà finanziarie causate dalla crisi”.

Ha fatto cenno ai fondi della Regione. Per quali finalità sono erogati?

“C’è da sottolineare che è da tempo che la Regione del Veneto, con l’obiettivo di tenere sempre vivo il legame con la terra d’origine, ha organizzato iniziative di vario genere, assegnando i fondi necessari. Per quanto riguarda il 2009 i fondi sono stati così ripartiti: 450 mila euro agli enti locali per agevolare i rientri e per iniziative culturali; 1,1 mln per le associazioni estere che predispongono progetti analoghi. Poi, 305 mila euro sono stati destinati al fondo per le politiche sociali e altri 450 mila per sistemazioni abitative o interventi ad hoc, sempre per facilitare i rientri. Un modesto importo è stato accantonato per affrontare le spese vive per la Giornata dei Veneti nel Mondo di fine agosto e per i lavori della Consulta che a novembre avrà luogo a Veracruz, in Messico, in collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel mondo”.

E’ doveroso che ai giovani veneti all’estero si continui a mantenere una corsia preferenziale?

“Certamente: solo loro i canali di ricambio e di continuità delle nostre tradizioni. Ad esempio, nel prossimo giugno, all’isola veneziana di San Servolo, si riunirà il Comitato dei giovani all’estero. A fine agosto, in quel di Asiago, in collaborazione con i Comuni dell’Altopiano, ci sarà la Giornata dedicata agli emigrati e sarà l’occasione per ricordare alcune tappe salienti sviluppate dai nostri “ambasciatori esteri” che con il loro lavoro hanno fatto conoscere ed apprezzare il Veneto in varie parti del mondo. E’ un doveroso riconoscimento!”.

A che punto è l’operazione del Leone di marmo low cost?

“Le Comunità che ne hanno fatto richiesta sono tante. Diciamo, in sintesi che una copia del Leone di San Marco lo vogliono tutti: d’altra parte è il vero simbolo della regione del Veneto. Mi rendo conto che un Leone di Venezia nel bel mezzo di una piazza di una località del Sud America e gemellata con una del Veneto vuol significare una ricchezza di valori, di amicizia, di sentimento talian. Per accontentare il maggior numero possibile mi sono interessato direttamente del problema, al fine di contenere le spese e dimenticare quel che successe nel 2005 quando mi sono trovato in bilancio una scultura per una comunità veneta in Venezuela che venne a costare, tra manodopera e spedizione, ben 12 mila euro. E’ stato un esempio ovviamente del tutto isolato ed è proprio per questo che ho trovato una qualità di marmo a prezzo contenuto ed un gruppo di scultori che hanno dato gratuitamente la loro disponibilità artistica in cambio soltanto del rimborso delle spese per raggiungere il posto dove realizzare il Leone. Cito un esempio, per la riunione di Veracruz, un artista realizzerà sul posto un Leone di San Marco e, per rimanere una settimana, terrà pure dei corsi d’italiano (e anche di veneto) per i giovani della zona. Il tutto costerà solo 1500 euro. Una bella differenza da quel caso di 4 anni fa”.
Fonte: Veneti nel Mondo

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